google home vs alexa vs homepod

La lotta alla supremazia nell’universo degli assistenti vocali è sempre più agguerrita e senza esclusione di colpi. A contendersi da anni il primato e le attenzioni degli utenti sono le intelligenze artificiali targate Google, Apple e Amazon, produttori di eccellenti smart speaker che rendono maggiormente fruibili i loro preparatissimi assistenti vocali, nell’ordine Google Assistant, Siri e Alexa.

Messi alla prova e confrontati tra loro, le tre voci intelligenti svelano facilmente punti di forza e di debolezza che li rendono più o meno appetibili rispetto ai competitor. La sfida si gioca essenzialmente sul grado di reattività dell’assistente vocale, sulla capacità di prestarsi alle personalizzazioni degli utenti sulla gamma di caratteristiche aggiuntive che è in grado di offrire.

Le differenze degli assistenti virtuali di Google, Apple e Amazon

Google Home, Amazon Echo o Apple HomePod saranno tutti in grado di ordinare online quello che si desidera, aiutarci a ritrovare il telefono o le chiavi smarrite, gestire le apparecchiature della nostra casa smart, ma la qualità del servizio potrebbe essere ben diverso a seconda dei casi.

 

 

Diversi test eseguiti da Loop Ventures ad esempio ha messo a confronto Google Assistant con Alexa e Siri ponendo ai tre assistenti vocali le stesse domande nello stesso tempo, misurando poi quanto accurata e allo stesso tempo veloce fosse la loro risposta. In questo esperimento, Google ha compreso il 100% delle domande, rispondendo correttamente nel 93% dei casi.

Non è andata meglio per Siri e Alexa, ferme rispettivamente all’83% e all’80% di risposte corrette.

A rendere Google Assistant più appetibile sul mercato internazionale è anche la sua capacità di integrare almeno 5 funzioni che Alexa di Amazon e Siri di Apple non sono in grado di all’utente. È il caso del comando di attivazione, che nel caso di Google non si limita al noto “Ehi, Google”, ma si estente a “Ok, Google” e include l’innovativo e divertente comando “Ehi Boo Boo”.

Boo Boo può essere considerato il soprannome segreto di Google Assistant, un nomignolo divertente che funziona anche se pronunciato nella formula “Ok, Boo Boo”. Che decida di chiamarlo Google o Boo Boo, l’utente non dovrà specificarlo nelle impostazioni, come invece accade nel caso di Alexa e Siri. Amazon e Apple sono infatti meno flessibili per quanto riguarda il comando di attivazione dei loro assistenti vocali.

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La personalizzazione degli smart speaker di Google, Amazon e Apple

Anche in tema di personalizzazione del dispositivo e della sua voce, Google Home non teme rivali ed offre più opzioni vocali che consentono all’utente di familiarizzare al massimo con il proprio Google Assistant grazie a 12 possibilità di scelta tra voci e accenti diverse, tra cui quelle di celebrità, anche non americane.

Anche Amazon permette di scegliere, non gratuitamente, la voce dell’attore e doppiatore Samuel L. Jackson al posto della classica voce di Alexa, ma ovviamente la funzione non è disponibile in tutte le lingue.

Va meglio con Siri, che ti permette di far parlare il proprio HomePod con la voce del cantante John Legend o dell’attore Issa Ra, ma le opzioni del dispositivo Apple restano comunque limitate rispetto al concorrente Google Home. In alcuni casi infatti le risposte saranno affidate alla voce standard di Siri, perché non disponibili in quella prescelta.

 

 

L’assistente virtuale più “multitasking”

A rendere Google Home particolarmente apprezzabile è anche la sua capacità di eseguire fino a tre comandi di fila, non per forza richiesti singolarmente. Google Assistant è infatti capace di recepire una sequenza di istruzioni e portare a termine tre compiti diversi, in serie.

Se si chiede ad esempio a Google di spegnere le luci di una stanza, di accenderle in un’altra e di spegnere la smart Tv, l’assistente intelligente riuscirà certamente nell’impresa, soprattutto se si tratta di operazioni di gestione della propria smart home.

Tra le funzionalità più godibili di Google Home non possiamo non citare quella di traduttore simultaneo. Google Assistant è infatti capace di tradurre in tempo reale in 27 lingue diverse dall’inglese. Per molti utenti poliglotti, questo è un motivo in più per preferirlo agli smart speaker di Amazon ed Apple.

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