La maggior parte dei figli dei dipendenti delle grandi aziende tecnologiche della Silicon Valley studiano nelle scuole senza computer o altri dispositivi elettronici. Per loro sono ammessi soltanto materiali educativi: carta, matite, gessi, aghi da maglia e di tanto in tanto del fango per stimolare la creatività nei bambini.
Si tratta di un metodo di apprendimento basato su attività semplici e genuine quello scelto dall’Istituto più ambito di tutta Silicon Valley, la Waldorf School.
L’aspetto insolito è che questi allievi sono in gran parte figli di ingegneri o dirigenti impiegati nelle più illustri industrie del mondo, come Google, Yahoo, Apple, eBay, HP e altri giganti della tecnologia.
E mentre i loro genitori lavorano nello sviluppo di applicazioni e software, i loro figli frequentano scuole senza computer dove a dominare sono aule attrezzate con pochi strumenti educativi tutt’altro che tecnologici.
Proprio così, perché fino all’età di 13 anni, agli allievi della Waldorf School non è consentito l’uso del computer o di altri dispositivi elettronici, né in classe, né tanto meno a casa.
Gli insegnanti della Waldorf School hanno scelto un principio didattico che stimola l’apprendimento dei bambini per mezzo di attività creative e manuali.
Ad accomunarli è un’unica riflessione: i computer fanno male alla salute dei bambini perché frenano il pensiero creativo, le relazioni sociali e il grado di concentrazione.
Ed intanto i genitori sembrano apprezzare il nuovo progetto educativo delle scuole senza computer. Tra di loro ce Alan Eagle, scrittore e direttore dell’Executive Communication di Google dal 2007: «Io – afferma – rigetto l’idea che siano necessari supporti tecnologici alle elementari. Il fatto che un iPad possa aiutare i miei figli a leggere o a fare meglio le addizioni è ridicolo».